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Lo sparacazzate : dopo Studio Aperto, il Giornale.

Mi sembra giusto riportare l’articolo di prima pagina di Feltri…

Buon pomeriggio,sono a Chieti,il 23 Dicembre 2009 e tutto va bene,ci sono 22°C ,si avete capito bene,siamo a dicembre e ci sono temperature primaverili.

Qualcosa non quadra,poi mi sono rasserenato ripensando a Feltri e quello che aveva scritto ieri.

Infatti il 22 dicembre.

Conservate i giornali di oggi. Teneteli lì, per la prossima volta. Teneteli per il primo che parla di surriscaldamento della terra. Meno 13, meno 24, meno 7. La neve, visto quanta? Il gelo, visto che roba? Qui si muore di freddo. Global cold, global cooling, global chilling: lo chiamino come vogliono, resta che qui di anormale c’è la temperatura al ribasso. Sappiamo che a Copenaghen, nei giorni scorsi, hanno perso tempo: l’accordo sulle emissioni da limitare e fermare, i bisticci sul nulla, le passerelle, le bocche riempite di grandi parole sul buco dell’ozono.

Magari qui adesso avessimo un termosifone per crearcelo da soli un bell’effetto serra. La realtà fa a pugni con l’idealismo. Ci raccontano un sacco di cose sui danni che stiamo facendo, però poi ogni anno ci ritroviamo congelati come sempre, più di sempre. Al freddo e al gelo, e va bene che è in linea col Natale, però ne avrebbero fatto tutti a meno in questi giorni. Qui sul pianeta ghiacciato andrebbe bene una stufa a petrolio o a carbone, o a qualunque combustibile inquinante. Altro che energia da sole, vento e acqua: serve qualcosa subito, qualunque sia. Congelare è innaturale quanto soffrire per il caldo. Fa male lo stesso, fa morire di più. Ottanta morti in Europa in queste ultime ore. Sono pochi? È una cosa da civiltà evoluta? È una invenzione delle multinazionali che vogliono far bollire il globo? La verità banale e angosciosamente semplice è che la natura fa quello che vuole: ti dà la neve e poi il giorno dopo la fa sciogliere con il sole o con la pioggia. È successo in ogni era, succederà ancora. Solo che si sono fissati con questa storia del riscaldamento globale e adesso ci vogliono convincere che pure il gelo sia colpa del caldo. In Valtellina ci sono meno trenta: colpa del surriscaldamento che poi fa raffreddare.

A Rimini fa meno undici? Non è possibile, dev’essere colpa del surriscaldamento, no? Global warming: due parole inglesi che vanno di moda perché sono diventate una specie di mantra del politicamente corretto. «Facciamo qualcosa per il global warming», e tutti annuiscono. Perché è giusto anche se è sbagliato, è certo anche se non c’è alcuna prova. Al Gore e i suoi fratelli sono i nuovi paladini del pianeta, depositari di una verità incontestabile a prescindere. Chiunque contesti è un buffone, oppure un mentecatto, o magari un cialtrone, o ancora uno scellerato. Così abbiamo visto finire nel cestino dossier e documenti firmati da centinaia di scienziati dissidenti. Scandalo tenuto sottotraccia perché sbugiarda le teorie di intellettuali e altri scienziati considerati buoni, giusti e amici del pianeta. Vogliono riempirci la testa.

Vogliono convincerci senza lasciare spazio anche a una sola teoria alternativa. Organizzano vertici mondiali come quello di Copenaghen dove spacciano per successo un fallimento costato milioni e milioni e che paradossalmente produce più danni al pianeta dello zero virgola zero zero zero e qualcosa di aumento della temperatura globale. Vedrete oggi. Vedrete che questa ondata di gelo sarà venduta come la dimostrazione delle loro teorie sulla cattiveria dell’uomo che distrugge la terra. Non s’arrendono all’evidenza: tutto il mondo è al gelo. Noi vediamo le nostre città: Milano, Torino, Venezia, Bologna. Bianco e solo bianco. Freddo e solo freddo. Ghiaccio e solo ghiaccio. Poi gli altri. L’America dell’Est sepolta nel peggior inverno degli ultimi anni: il governatore della Virginia ha dichiarato lo stato di emergenza, Washington ha chiuso tutto, compresa la Casa Bianca, che se

Un pianeta ammantato, sofficemente sotto zero: Francia senza aerei e treni, con Sarkozy a fare da capo stazione per cercare di far partire qualche Tgv per miracolo. L’Inghilterra peggio: chiusura degli scali di Luton e Gatwick, disagi nel colossale Heathrow, centinaia di scuole sono rimaste chiuse così come moltissimi uffici pubblici. Pure il tunnel sotto la Manica bloccato. Un casino inenarrabile che vediamo alla tv e fuori dalla finestra. È inverno, sai che scoperta. E in inverno il tempo è brutto: se la temperatura è decente piove, se è indecente nevica. Semplicemente ovvio. E invece no, perché a complicarci la vita c’è il falso mito del riscaldamento globale che s’è meritato persino il Nobel per la pace del 2008. Avrebbero dovuto restituirlo quel premio i signori che l’hanno vinto. Per decenza e per dignità. Perché non c’è certezza che quelle teorie vendute come verità siano affidabili, perché sono professionisti del catastrofismo, perché non accettano il confronto con quelli che producono risultati scientifici diversi dai loro.

Gli intolleranti dell’ambientalismo, convinti che la natura faccia quello che noi vogliamo. Così domani quando la neve sarà sciolta in tutto il mondo diranno che la pioggia è arrivata per colpa del riscaldamento: di botto così, dieci gradi di differenza tra un giorno e l’altro. Un gioco delle tre carte o qualcosa del genere. Troppo difficile pensare che la natura sia facile: fa quello che vuole. Segue le stagioni, anche quelle che non ci sono più. Da una vita. Da sempre.

Caro direttore…
lo conserverò con gioia questo suo articolo,ennesima priva della poca conoscenza di quello che dice.

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Guerra verde: Enel vs Greenpeace

Il braccio di ferro tra Enel e Greenpeace sulla questione delle centrali a carbone si era fatto pesante. Nonostante la risonante pubblicità che l’ Enel sta facendo alla sua politica di energia pulita, Greenpeace gli rinfaccia la scelta di incrementare la produzione di energia grazie a centrali a carbone.

L’ Enel si vanta di ridurre di 4 milioni di tonnellate di CO2 all’anno con le rinnovabili per poi emetterne 40 in più con il carbone…

Il Financial Times ha appena reso pubblica la richiesta di risarcimento da parte di Enel a Greenpeace per i danni provocati durante alcune proteste contro le centrali a carbone in Italia, l’estate scorsa.

“La società energetica italiana Enel ha chiesto più di 1,6 milioni di euro di danni a Greenpeace per le presunte perdite dovute alle proteste organizzate dal gruppo ambientalista nel luglio scorso contro quattro centrali elettriche a carbone sparse sul territorio italiano. Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italy, ha annunciato che la sua organizzazione contesterà la richiesta di risarcimento”.

Notizia riportata anche da Il sole 24 ore in cui si apprende appunto che ,l’Enel, guidata da Fulvio Conti, avrebbe querelato Greenpeace per gli attacchi e le operazioni di disturbo degli ultimi due anni presso le sue centrali a carbone. La richiesta danni all’organizzazione ambientalista che s’è costruita una fama per le sue operazioni plateali, si aggirerebbe intorno a 1,6 milioni di euro, per aver causato l’interruzione (o la riduzione) dell’attività produttiva di diversi impianti di generazione: a Genova, a Brindisi e altrove. Una fonte dell’Enel, raggiunta in serata, non smentisce l’iniziativa giudiziaria.L’unica dichiarazione in merito è stata questa:

«Capiamo le proteste, ma l’indirizzo era quello sbagliato: in questo decennio, l’Enel ha ridotto le proprie emissioni di anidride carbonica del 35%».

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